Una riforma silenziosa che lavora modificando normative regionali vecchie e nuove in tema di servizi socio-sanitari, è quella approvata nel collegato alla legge di stabilità regionale 2017. 
Azienda Zero, appena licenziata dal Consiglio della Regione Veneto, già vede i primi ritocchi e produce i primi effetti, mentre la riforma delle IPAB addirittura è anticipata ancor prima della sua discussione in aula. 
Appare chiaro, quindi, che la prossima legge regionale sulla trasformazione delle IPAB (per la maggior parte case di riposo e centri servizi) è da considerare la chiave di volta per la tenuta della sanità veneta e dei servizi socio-sanitari dei nostri territori. 
Se ne è parlato domenica 15 gennaio presso la Casa delle Associazioni nell’incontro dal titolo “Servizi Socio sanitari: stato dell’arte e scenari futuri” con il coordinamento di Omar Barbierato, presidente del Comitato Impegno per il Bene Comune e consigliere comunale.  
Molti tra relatori e ospiti hanno sottolineato la grave mancanza del Sindaco di Adria, presidente della conferenza dei sindaci: non è bastato aver perso  senza lottare l’ulss, principale  azienda del nostro territorio; ora nel momento cruciale nel quale è necessario controllare la quantità e qualità di servizi socio sanitari e costruire proposte e progettualità, il nostro sindaco è impegnato a pensare alla sua maggioranza e alle poltrone.
Le azioni della Regione ad oggi sono da bocciare: voleva portare i servizi nel territorio ma ad oggi non ha dato gli strumenti per realizzare questa rivoluzione e contemporaneamente ha tagliato posti letto negli ospedali pubblici, ha fatto scelte non condivisibili nella scelta delle nuove ulss, frutto di una lotta politica interna, e sta accentrando sulla Giunta decisioni che dovrebbero appartenere ai Territori lasciando numerose ombre e preoccupazioni per il prossimo futuro.
Tra i relatori Elisa Corniani, valutatore per il sistema socio sanitario Veneto, ha evidenziato due aspetti importanti che scaturiranno dall’applicazione del collegato alla legge di stabilità 2017 della Regione Veneto e relativi alla sospensione e limitazione nell’immediato futuro dell’attivazione dei posti letto di comunità tanto attesi nel territorio per sopperire seppur parzialmente ai tagli dei posti letto di ricovero ospedaliero ed oggetto altresì di un percorso di utilizzazione che al contrario di tutte le altre strutture socio sanitarie non fa capo ad organismi tecnici della Regione ma direttamente alla Giunta regionale creando così una dualità di competenze con i comitati di distretto formati dei sindaci, ai quali spetta il parere sulla collocazione dei posti letto, che potrebbe portare in alcuni casi a contrasti nella promozione degli interessi territoriali da parte dei rappresentanti regionali e dei rappresentanti locali.
Il secondo aspetto toccato riguarda l’anticipazione di alcuni elementi della riforma delle IPAB (qualificazione e numero dei Revisori dei Conti, composizione del cda, reti organizzative per economie di scala) prima ancora che la discussione sul progetto di legge di trasformazione di questi istituti sia portata al Consiglio regionale. 
Guglielmo Brusco, ex assessore provinciale alla Sanità  ha evidenziato tramite l’illustrazione di numeri e cifre della sanità polesana come i tagli dei servizi e dei posti letto che hanno riguardato la sanità pubblica non abbiano portato i corrispondenti risparmi ma si sia assistito anzi ad una escalation della portata del debito delle aziende sanitarie, ad eccezione della soppressa ULSS 19. L’analisi ha evidenziato come invece i tagli non abbiano interessato con la medesima proporzionalità le strutture private convenzionate presenti sul territorio del Polesine in cui bilanci hanno avuto incrementi di profitto. Tutto ciò a testimonianza che i tagli ai servizi e ai posti letto non si traducono così come sembrerebbe in effettivi risparmi della spesa pubblica. Ha anche portato una critica severa alla politica locale per non aver saputo tutelare adeguatamente gli interessi della popolazione subendo così modifiche organizzative al ribasso che bene non hanno fatto e non faranno alla sanità del Polesine. 
Cristiano Corazzari, assessore regionale in Veneto, pur confermando i dati illustrati da Guglielmo Brusco ha riletto le operazioni di riorganizzazione e riduzione di posti letto e servizi nell’ottica del trasferimento sul territorio dei servizi  erogati con prestazioni ospedaliere. 
Cristiano Pavarin del Comitato per l’articolo 32 sanità e sociale,  ha illustrato tutte le potenzialità della possibilità che verrà data alle IPAB di trasformazione in azienda pubblica di servizi alla persona unica forma giuridica di mantenimento dello status giuridico pubblico delle attuali IPAB, poiché il trasferimento dei servizi socio sanitari sul territorio perseguito dalle politiche sanitarie e socio sanitarie regionali non è avvenuto completamente e con i risultati attesi. Solo attraverso la piena potenzialità della APSP così come è stata pensata nel disegno di legge sarà possibile la creazione di un centro di erogazione di dei servizi alla persona per tutto il territorio del distretto territoriale del Delta. 
Gianni Franzoso segretario del Pd adriese, portando i saluti del consigliere regionale Azzalin che come la consigliera Bartelle non è potuto essere presente per motivi personali, ha invitato il pubblico in sala al prossimo incontro organizzato dal Pd locale per medesimo tema ed espresso preoccupazioni per i servizi socio sanitari. 
Sandra Passadore presidente del CSA di Adria, in aperta polemica con l’amministrazione comunale ha chiamato alle proprie responsabilità la politica cittadina per la Difesa del CSA e ha dato apertura di disponibilità per un ampio dibattito sul prossimo percorso di trasformazione della IPAB.
L’incontro si è chiuso con la promessa, che Barbierato ha rivolto alla presidente Passadore e al pubblico, di impegnarsi a presentare in Consiglio Comunale una proposta politica concreta per il Centro Servizi Anziani adriese.  
Il Comitato IBC