Le pubbliche amministrazioni dovrebbero tutelare le piante, non essere
inerti e passive di fronte alla prospettiva di frettolosi abbattimenti e
invece, nell’anno dei ripetuti sforamenti rispetto alla soglia limite
delle polveri sottili, l’albero non è considerato il nostro primo
alleato nella guerra contro lo smog ma, paradossalmente, sembra essere il nemico numero uno. Questo accanimento è dovuto alla miope
visione di chi è disposto a sacrificare, perdendolo per sempre, un
autentico patrimonio, per raggiungere il risultato immediato di ridurre
i costi di manutenzione del verde e di eliminare tutti quegli
adempimenti ritenuti superflui, se non fastidiosi. Risulta più comoda la
scorciatoia di tagliare le piante adulte ad alto fusto e, al limite, ripiantumare qualche alberello, piuttosto che organizzare periodici
interventi di  manutenzione e potatura; ma il contributo di una pianta
giovane non è minimamente paragonabile, in termini di benefici per la
qualità dell’aria, a una pianta di ottant’anni.
Noi di IBC –
SiAmo Adria pensiamo che si debba invertire questa tendenza e riteniamo
grave che sindaco e giunta non abbiano fatto sentire la propria voce di
fronte al taglio indiscriminato e ingiustificato dei tigli in fregio
alla strada per Rovigo, un taglio che ha compromesso uno dei pochi
filari storici ancora presenti nel territorio comunale adriese.
Altrettanto
grave è il fatto che il sindaco abbia avallato il taglio degli alberi
di fronte al teatro comunale senza l’esplicito benestare della
Soprintendenza. La presenza di quel filare in quella precisa posizione è
una realtà ultrasecolare, come dimostrano alcune immagini di inizio
‘900. Allora se c’è un numero limitato di piante malate si intervenga
esclusivamente su quelle, non si elimini l’intero filare! Ma forse quei
tigli sono tornati ad essere di impiccio per i lavori sulle sponde: se
così fosse, tutta la vicenda sarebbe una presa in giro. E’
incomprensibile, infatti, come una soluzione così drastica venga oggi
prospettata da chi, a ridosso delle elezioni amministrative, aveva
trionfalmente proclamato che, per le sponde del canale, era stata
trovata una soluzione progettuale che avrebbe salvato le piante.  Viene
in mente il detto “ passata la festa… gabbato lo santo”, visto che, 
fatte le elezioni, si sono portate avanti   considerazioni e valutazioni
alquanto contraddittorie, con l’evidente obiettivo di abbattere tutti i
tigli, contraddicendo le promesse e le rassicurazioni di un anno fa e
ipotizzando la (solita) piantumazione di alberelli a parecchi metri
dalle sponde,  ostacolando il sistema viario, cambiando  la fruizione e
la percezione dei luoghi, ignorando la presenza di sottoservizi stradali
(fognature, reti idriche e tecnologiche). 
Allora occorre chiarezza
e assunzione di responsabilità. Se tutto ciò è dovuto alla
realizzazione del progetto vuole dire che lo stesso, non rispettando il
contesto paesaggistico, non risponde ai requisiti di tutela richiesti a
suo tempo dalla comunità adriese; requisiti che dovrebbero essere
ribaditi dal sindaco il quale, invece di avallare il taglio delle
piante, dovrebbe esigere un consolidamento meno invasivo,  che pure si
può concretizzare. Se invece non è il progetto di intervento sulle
sponde a suggerire l’abbattimento dei tigli, ma le condizioni
fitosanitarie di alcuni  alberi, chiediamo che solo le piante
irrimediabilmente malate vengano abbattute e sostituite, mentre le altre
devono essere mantenute, potate e curate per conservare il più
possibile quel filare che, per Adria, è un autentico bene comune da
salvaguardare.
Impegno per il Bene Comune e SiAmo Adria